Guest House Cilentiamoci

Il Cilento

Non entrano nei fatti vostri, vi rivolgono di rado la parola, ma non perché timidi o privi d’eloquenza, ma perché assenti nei propri pensieri.

Ma basta che esprimiate un desiderio, ed eccoli a farsi a pezzi  per accontentarvi, è la loro inclinazione naturale per farsi ben volere, e mi pare ormai civiltà assai rara. Terra ospitale, terra d’asilo!

Così Giuseppe Ungaretti, definiva il popolo cilentano che aveva avuto modo di conoscere durante il suo viaggio nel 1932.

La storia del cilento è una storia millenaria che parta dalla preistoria fino ai giorni nostri, conservando ricchezza di ogni era.

La natura carsica delle terre cilentane e la conseguente ricchezza di grotte ha favorito la presenza dell’uomo che in esse si è rifugiato e ci ha svolto vita.

I piu’ antichi segni della presenza antropica risalgono al paleolitico medio, 500.000 mila a.c., e le sue tracce continuano attraverso il neolitico e fino all’età dei metalli.

I primi uomini vissero nelle zone costiere del cilento  (VEDI DI PIU)

A Palinuro, si visita ancora oggi,  la grotta delle ossa,  e alla vicina Camerota, si sono scoperti resti di  ominidi classificati come una nuova specie : Homo Camerotensis.

 

Oltre la fauna anche la più primitiva flora è ancora presente, oltre le centinaia di varietà di piante endemiche, simbolo del parco Nazionale del cilento  e la primula palinuris, risalente al quaternario antico (specie relitta).

Un ambiente naturale (2° biosfera d’europa) ancora intatto ed incontaminato ideale per gli speleologi, con gli splendidi siti delle grotte di castelcivita e le grotte dell’angelo a Pertosa o come quelle marine di Capo Palinuro.

Gallerie, cunioli, immense caverne, un’atmosfera che le rende uniche al mondo, un vero incanto per la bellezza e le forme delle stalattiti e delle stalagmiti, affascinanti esempi della fantasia e magia della natura.


Pe gli amanti del trekking troviamo, fiumi, sentieri, alture come il nostro complesso montuoso a pochi minuti dal mare denominato le Dolomiti del Mezzogiorno con sei vette che superano i 1.700mt. Lungo i declini collinari punteggiati qua e la dagli insediamenti umani, piccoli, talvolta microscopici centri di poche centinaia di abitanti, alcuni arroccati come presepi, altri docilmente adagiati sulle dorsali montuose, sorti quasi all’ombra di antichi manieri, santuari e monasteri  dove si concentrano coltivatori tipici,  che forniscono gli ingredienti e le materie prime della dieta mediterranea. La ricca pianura è solcata da numerosi corsi d’acqua di media portata: i più famosi sono, il sele, il calore il tanagro ed il Bussento. Lungo il loro corso vive la pacifica Lontra, uno dei simboli della biodiversità cilentana. Dal Dicembre del 1991 il territorio del del Cilento e del Vallo di Diano sono stati riconosciuti come Oasi Naturalistica protetta, riconosciuta dall’uneso Patrimonio mondiale dell’umanità. Recentemente il  Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano  sono stati ulteriormente arricchiti dall’istituzione di due oasi marine protette: Punta Licosa  e Punta Infreschi  riconosciuta come una delle riserve naturali più grandi d’Europa .

Per chi ama il mare non può rinunciare ad ammirare le acque limpide e pulite dei numerosi comuni cilentani onorati, negli anni dalle bandiere blu e dalle Vele di Legambiente.

 

I poeti contemporanei descrivono la costa Cilentana così: Alta con vecchi paesi  di case gravi e brune con grandi arcate in mezzo, ulivi sparsi come pecore a frotte a frotte in cieli e mari blu; altri descrivono quasi a dipingere un quadro di monet i piccoli borghi a pelo d’acqua, dove le case sono leggere come biancheria stesa ad asciugare, e poi blocchetti di gesso, acque trasparenti e sabbia pettinata. Ma oltre al surrealismo e all’ermetismo del  novecento c’è qualcosa di più antico, che diventa quasi palpabile, in ogni angolo di questa splendida costa cilentana.

Forse è il fascino delle sirene,  che secondo  la tradizione abitano questo mare , a ripetere ancora l’antico incanto?

Il blu delle acque, che si fanno azzurre nelle marine e si fonde con il verde della macchia mediterranea e gli antichi coloni greci,  i fuggiaschi più delle volte  dalla madre patria, bene pensarono di approdarvi  e di prendervi stabile dimora.

Il Patrimonio culturale del cilento è in debito con la tradizione culturale classica greca e latina .

Le antiche forme sono riconoscibili non solo nelle vestigia del territorio, ma ancora nella lingua e negli schemi mentali, nel codice di comunicazione e nell’immaginario collettivo del paese.

Già nell’antichità le località costiere del cilento, interessate dalla presenza di coloni greci , erano accomunate ai miti più noti ecco perché  ( La terra del mito – dal greco racconto)

La spedizione degli argonauti, le avventure di Ulisse, le imprese di Ercole, il viaggio  di Enea che sono raccontati dai grandi Poeti Omero e Virgilio; I Luoghi ne conservano con i loro toponimi  le narrazioni dell’antica mitologia : Punta Licosa, Capo Palinuro, Herculia scomparsa, il santuario di Hera Argiva- infatti fu proprio l’antico cilento il protagonista della mediazione tra l’Asia e l’Africa, tra culture Nurargiche e quelle Egee , tra il mondo nordico, gli enotri, i Lucani. L’avviatore della poliedrica cultura del mediterraneo.